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Legami di ordinario malamore: Relazioni che incatenano

La mia felicità sono io, non tu,
non soltanto perché tu puoi essere fugace,
ma anche perché tu vuoi che io sia ciò che non sono.

Leo Buscaglia


Ogni violenza  è prima di tutto una violenza psicologica.

I legami di coppia violenti, sono caratterizzati da uno sbilanciamento relazionale in cui il più forte ha il potere sul più debole e, possiamo sostenere che nella nostra cultura sia soprattutto la donna ad essere l’anello più debole. Gli episodi, infatti, di violenza da parte degli uomini sulle donne sono molto  più numerosi. In questo tipo di legami, spesso, minacce ed insulti iniziano ad operare ad un livello sommerso e hanno l’obiettivo di trasmettere insicurezza e preoccupazione nella partner. Le violenze invisibili procedono per gradi.

C’è prima il controllo: lentamente uno dei due prende il sopravvento sull’altro, è il trionfo della possessività, si vuole dominare e comandare, si impedisce all’altro di intraprendere un lavoro o coltivare una passione, si decidono le vacanze e le amicizie; poi l’isolamento: l’uomo fa in modo che la partner si allontani dalla sua famiglia, dai suoi amici, così che la donna possa occuparsi solo di lui. Succede che ad un certo punto sia proprio la donna a segregarsi per paura del compagno. Si verifica uno scollamento dalla vita sociale, l’uomo limita tutte le possibilità materiali per comunicare con l’esterno. Si diventa totalmente indifferenti verso l’altro coniuge, si ignorano i bisogni dell’altro, si alimenta la frustrazione per tenere la donna in uno stato di insicurezza, si vuole possedere la propria partner totalmente e non  si tollera che l’altro sia “altro”da se.

Si arriva lentamente alla denigrazione e agli atti intimidatori , la donna viene umiliata e non è degna di rispetto, è una violenza indiretta che ha l’obiettivo di prevaricare e annientare il partner, con lo scopo di far smarrire nell’altro la capacità di vedere distintamente quello che sta accadendo. Spesso, infatti, non ci si accorge di subire una violenza fino a quando questa non diventa anche violenza fisica. Si entra così in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Alcune donne che hanno il coraggio di uscire e svincolarsi spesso tornano sui propri passi, subendo una sorte di plagio, di suggestione, l’uomo violento punta alla fragilità emotiva delle donne, alle sue emozioni, alla sua vulnerabilità.

E’ importante che le donne imparino a riconoscere i segnali della violenza per trovare in se stesse il coraggio di liberarsi da uno stato di abuso. La sofferenza più grande sta nel rimanere immobili, come paralizzati, senza capire come mai si è incapaci di uscire da una situazione che non può essere tollerata. Ci si incastra in una sorta di “imbroglio psicologico” in cui non si ha la forza di capire e di venirne fuori, è difficile rompere il silenzio e mettere in luce la realtà del proprio rapporto coniugale anche se sarebbe il primo passo per una via d’uscita.


Dr.ssa Teresa Paolella
Psicologa Psicoterapeuta a Roma


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